Permettimi d'insistere: Ho cambiato vita a 40 anni (Italian Edition) by Andrea Cabassi

Permettimi d'insistere: Ho cambiato vita a 40 anni (Italian Edition) by Andrea Cabassi

autore:Andrea Cabassi [Cabassi, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Andrea Cabassi
pubblicato: 2018-02-09T00:00:00+00:00


Secondo

Roast beef di cavallo al sangue di viaggiatore

(le meraviglie della preparazione alla partenza)

Dovevo lavorare per altre sei settimane. L’aria era pregna di palpabile fermento: profumava di partenza. Una sera, tanto per cambiare, grandi chiacchiere con un vecchio e caro amico, di quelli che, se anche li vedi ogni morte di papa, è come se li avessi lasciati giusto ieri. È tipo un pianeta che fa la sua orbita e a scadenza ripassa, ma che comunque bene o male sai sempre dov’è. Mi rispose che avevo fatto benissimo ad accettare Dubai e che, male che fosse andata, comunque sarei cascato in piedi.

Un ginocchio a centro schiena, mani sulle spalle e via a tirare indietro. D., splendida ed eccentrica insegnante di yoga, mi sottoponeva spesso a quelle che amo definire le sue mosse (posture), che mi teletrasportavano dal rilassante relax al, sia pur sanissimo, patimento. A volte, dalla fatica, mi sudavano perfino gli stinchi. Era il suo modo professionale di dimostrarmi affetto. Mi avvicinai in quel periodo allo yoga un po’ per caso e un po’ per curiosità: fu un bellissimo percorso, un aiuto impagabile nei mesi duri.

Tra un caffè e una merendina, una mattina di settembre ricevetti il visto temporaneo per Dubai, tutto ricamato in arabo: non ci capivo una mazza, ma quel che contava era la partenza in avvicinamento. Ero carico e spaventato in simultanea. Presto si aggiunsero le prenotazioni del volo (sola andata) e dell’aparthotel, un residence alberghiero nella zona di Tecom. Riprovai quella straordinaria sensazione di sentirmi in partenza. Chi ama viaggiare, sa. Sarei partito il quindici ottobre, un giovedì. L’effervescente aria delle giornate settembrine mi carezzava i polpacci nudi. Mi alzai sui pedali per sorpassare un’anziana signora sulla novantacinquina. Sono capaci tutti: il Gino Bartali dei poveri. Pedalare nei borghi di Parma mi ha sempre rilassato. Vagavo senza una meta precisa: volevo godermi un po’ la mia città, renderle omaggio, ammirarne vecchi e nuovi scorci, le botteghe, i teatri, i caffè. Via Saffi, borgo delle Colonne, piazza Duomo, il parco Ducale, l’Oltretorrente, piazzale Picelli, via della Salute, il lungo Parma, eccetera eccetera eccetera. Pedala e pedala, finii col passare di fronte allo studio di un tatuatore. Da un po’ mi girava per la testa un’immagine. Entrai per chiedere informazioni. La lista di attesa era lunga un paio di mesi: non avrei fatto in tempo, partivo prima. Ma, guarda il destino, nel retro qualcuno parlava al telefono. “Uh, mi dispiace, ho capito. Sì, sì, certo… mi raccomando riprenditi. Figurati, tranquilla, grazie per averci avvisato.” Vuoi vedere che qualcuno stava disdicendo un appuntamento? E proprio per quella mattina? Esistono le coincidenze? Un’ora dopo uscii dallo studio tattoo con una rosa dei venti tatuata dietro al bicipite destro. Il senso era chiaro: “Andrò dove il vento mi porterà”.

Argento metallizzato, cerchi in lega e motore di quelli che, quando vuoi sorpassare, sorpassi. “Metta una firma qui e qui.” Anni di risparmi per comprare, due minuti e un paio di autografi per vendere, dispiaciuto, la mia Golf: tenerla ferma in garage sarebbe stato un inutile costo.



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